Giovedì 21 Novembre 2024
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Tre lettere del “carteggio” aretiniano PDF  | Stampa |

In tre lettere del “carteggio” aretiniano, il “presunto” avvelenamento, per via auricolare, del Duca d’Urbino Francesco Maria I della Rovere: allo stesso modo, morirà, “in teatro”, anche King Hamlet. 

In queste brevi note M. O. Nobili analizza il contenuto delle due lettere di Luigi Gonzaga ad Aretino del 18 marzo e del 17 aprile 1540, nonché della fondamentale lettera di Aretino a Luigi Gonzaga del 31 marzo 1540 (corredata da una “sinottica” parafrasi, a completo chiarimento letterale e concettuale del testo); si tratta della prima specifica analisi delle tre importanti lettere del “carteggio” aretiniano, ove si tratta il tema del “presunto” avvelenamento, tramite versamento di veleno nelle orecchie del Duca d’Urbino Francesco Maria I della Rovere, per mano del suo barbiere, reo confesso (secondo Aretino, alla sola minaccia di essere torturato) del delitto materiale, i cui mandanti lo stesso reo confesso aveva indicato in Luigi Gonzaga e Cesare Fregoso. Aretino, dopo una prima accusa contro Luigi Gonzaga, ne diviene il vero e proprio avvocato difensore (ricevendo addirittura dal Gonzaga, con la lettera del 17 aprile 1540, copia del processo accusatorio,  redatto dai giureconsulti di Urbino, su ordine del figlio del Duca ucciso, il nuovo Duca Guidobaldo I della Rovere, con la strabiliante confessione scritta del barbiere!); Aretino intende soprattutto tutelare il glorioso nome della Famiglia Gonzaga, cui Eleonora Gonzaga (moglie del Duca ucciso, insieme coi suoi importanti fratelli, il Duca di Mantova Federico e il Cardinale Ercole) teneva particolarmente. In conclusione, si fa riferimento a come tale storia italiana sia “una nuova fonte” (Prof. Giorgio Melchiori - 1994) dell’Hamlet, ove anche King Hamlet muore avvelenato tramite le orecchie e al ruolo di John Florio nella vicenda.

Tre lettere del “carteggio” aretiniano (716.19 kB)

 
William Shakespeare e i Florio, Michelangelo e John PDF  | Stampa |

Nell’estate del 2016 il ricercatore Corrado Sergio Panzieri ha pubblicato i risultati delle sue ricerche sulla vita di William Shakespeare e sui suoi rapporti con i due Florio, Michelangelo e suo figlio John.

La sua opera “Il caso Shakespeare e la revisione biografica dei Florio” si conclude con il suggerimento di sottoporre a revisione la biografia del Bardo, ormai non più in linea con gli esiti delle più recenti ricerche.

Questa proposta viene giustificata anche dagli esiti degli studi condotti da Saul Gerevini che nella sua pubblicazione del 2008, ''William Shakespeare, ovvero John Florio…'', così come nella sua “Open Letter” del 2014, ha messo in risalto i conflitti letterari, se non addirittura le vere e proprie guerre, tra John Florio e un gruppo di universitari tra cui primeggiano Robert Greene e Thomas Nashe, conflitti le cui dinamiche portano a rivelare John Florio come l'alterego di Shakespeare.

La proposta di Panzieri vuole mettere in luce le sorprendenti evidenze scaturite dalle analisi fatte sui testi di diverse opere del periodo così detto 'Elisabettiano' sottoposte dai due ricercatori, cofondatori dell'Istituto Studi Floriani4, ad originali verifiche letterarie, storiche e geografiche.

L’esegetica cui sono stati sottoposti i testi di Shakespeare ha rilevato che, diversamente da ciò che si sostiene da parte di molti accademici, l'autore oltre ad essere un genio era anche un erudito letterato, afferratissimo nella cultura greco-romana.

Tralasciando insignificanti imprecisioni, comunque sottolineate a gran forza dai sostenitori dell'attore di Stratford, William Shaksper5, appare anche innegabile che William Shakespeare fosse un profondo conoscitore delle tante città e dei numerosi luoghi descritti negli scenari dei testi in questione.

Inoltre era un singolare personaggio, non solo molto introdotto nella nobiltà Inglese e con uno spiccato interesse per la “questione della lingua” ma anche particolarmente influenzato dalla novellistica rinascimentale italiana che conosceva in maniera inusuale rispetto agli altri autori dell'epoca.

William Shakespeare e i Florio, Michelangelo e John (1.2 MB)

 
Storia di un manoscritto PDF  | Stampa |

I fatti storici narrati nell’opera di Michelangelo Florio Historia de la vita e de la morte de l’Illustriss. Signora GIOVANNA GRAIA, edita a Middelburg da Richardo Pittore nel 1607, riguardano il periodo di prigionia di Jane Grey, la sua condanna a morte e l’esecuzione per decapitazione. In questo scritto mi propongo di ricostruire la storia del manoscritto di quest’opera, composta quasi interamente negli anni Sessanta de Cinquecento nei Grigioni, ma stampata quasi cinquant’anni dopo in Olanda. Inoltre l’attento studio dei contenuti e delle caratteristiche stilistiche dell’opera, mi hanno portato a correggere le idee sulla paternità della sesta ed ultima parte, su cui mi esprimerò, cercando di elencare al meglio i motivi del mio pensiero in questo breve saggio.

(Ilaria Colombo)

Storia di un manoscritto (146.34 kB)

 
''Shakespeare era Inglese?'' di Alicia Maksimova PDF  | Stampa |

"Was Shakespeare English?" offre un punto di vista nuovo, audace e controverso sull'identità del grande drammaturgo. Russa di origine, la regista londinese Alicia Maksimova, ci accompagna in un viaggio coinvolgente dallo Stretto di Messina a Venezia, Verona, Stratford-upon-Avon, e ancora in Sicilia per un mesmerico finale sulla piccola isola eolia che ha ispirato The Tempest. Diario di viaggio seducente, splendidamente girato e provocatoriamente sostenuto, questo audace docu-viaggio offre uno Shakespeare che è sia una patata bollente per il nostro tempo sia un artista supremo per secoli. 

97 minuti, 2016.

Alicia Maksimova ha creato un capolavoro. 

Questo non lo dico per farle un complimento di circostanza, vedendo il suo film si capisce che considerarlo un capolavoro è una semplice constatazione. Motivo però la mia affermazione evitando cosi di sembrare celebrativo in modo fittizio. Intanto comincio con il dire che il film è commovente data la bellezza delle immagini, che prese singolarmente sono bellissime fotografie - mi hanno ricordato, in certi momenti, i fermi immagini delle ville inglesi in Barry Lindon di Stanley Kubrick. Si denota così la profonda sensibilità e preparazione artistica di questa regista, sensibilità, soprattutto, che riesce a far vibrare l'essenza della bellezza nell'animo dello spettatore. 

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I sicomori PDF  | Stampa |

In questo articolo Davide Gucci, rispondendo a certi studiosi che obiettano l'esistenza di sicomori a Verona, come suggerito invece nel Romeo e Giulietta di Shakespeare, ricostruisce un percorso storico e botanico che, contrariamente a chi sostiene l'opposto, certifica l'esistenza di sicomori a Verona come indicato da Shakespeare.

Ancora una volta il tentativo di dimostrare la poca competenza che Shakespeare aveva dell'Italia si è vanificata in presenza di dati certi e documentati in maniera opportuna.

I sicomori (424.1 kB)

 
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