Francesco Spiera’s “melancholy” (as described by Pier Paolo Vergerio) and Hamlet’s “melancholy"(Ideas for a research).
Scritto da Massimo Oro Nobili
Sabato 09 Novembre 2019 17:58
M. O. Nobili, in this study puts forward a new thesis about Hamlet’s “melancholy”. According to scholars (Prof. Giorgio Melchiori and Paolo Bertinetti), a “source” of Hamlet’s “melancholy” is the Treatise of melancholie by Timothy Bright (1586). According to Nobili, a previous source may have influenced the Dramatist: Francesco Spiera’s tragic history (in Cittadella and Padua), as narrated and published by Pier Paolo Vergerio in 1551 in Poschiavo and whose vicissitude spread throughout Europe. Spiera, after having publicly abjured his evangelical faith, fell into a profound “melancholy” that led him to his death (1548). Vergerio, deeply impressed by this story (of which he had been the most important direct witness), avoided abjuring his faith and fled into exile, religionis causa, in Switzerland (1549); in Tübingen, Vergerio was superintendent of John Florio’s education from 9 May 1563 until his death (4 May 1565).
Michelangelo Florio e John Florio, presentazione vita in sintesi
Scritto da Massimo Oro Nobili
Giovedì 20 Giugno 2019 21:29
Di seguito un sintetico schema sulla vita e sulle opere dei Florio come avvio alla conferenza da tenersi presso il Silvano Toti Globe Theatre di Roma il 23 giugno 2019.
S. Gerevini e M. O. Nobili (partendo da una ricerca originale di S. Gerevini -2008 - e da alcune intuizioni di S. Paladino -1955) illustrano alcuni spunti di riflessione (per una ricerca più approfondita) circa la possibile individuazione di quell’’“absolute Iohannes fac totum”, contro cui Robert Greene inveì, nella sua opera “Groats-worth of Witte” (1592), e nel quale, generalmente, gli studiosi hanno ritenuto di riconoscere l’autore delle opere shakespeariane. Con riguardo a tale brano, comunque interessante, di Greene, gli AA. si basano sull’analisi di quattro documenti (compreso il brano del medesimo Greene):
I)la lettera di referenze in latino (28 settembre 1585), destinata a circolare negli ambienti londinesi, sottoscritta dall’Ambasciatore di Francia a Londra, nella quale Iohannes Florius è inequivocabilmente descritto (oltre che come istitutore e interprete/traduttore) anche, ma solo saltuariamente, come un vero e proprio “fac totum”;
II) la feroce critica del Resolute Iohannes Florius contro Greene, nel 1591, in occasione della dedica dei suoi Second Frutes (Greene è paragonato a una “mole-hill”- il minuscolo rialzo di terra vicino alla tana di una talpa – essendo Greene considerato da Florio come un poeta di nessun rilievo);
III) l’epistola al lettore del dizionario del 1598, ove John Florio racconta, sostanzialmente, come un suo nemico, “H.S.”, a seguito della pubblicazione dei suoi Second Frutes (1591), avesse modificato (evidentemente sulla base della predetta lettera di referenze) la sua firma di Resolute Iohannes Florius, in Resolute Iohannes fac totum;
IV) l’invettiva di Robert Greene, nel “Groats-worth of Witte” (1592), ove l’epiteto di Resolute Iohannes fac totum (attribuito da “H.S.” a John Florio) viene ulteriormente modificato (per assonanza) in absolute Iohannes fac totum; cioè, giusta questa nostra tesi, Iohannes Florius sarebbe, secondo Greene, solo un absolute fac totum, non un letterato importante, ma uno che è “del tutto” e soltanto un “mero” fac totum. Infine, Carla Rossi (2018) rileva come l’espressione inglese Jack of all trades (il cui significato Jonathan Bate- 1997- attribuisce a “Iohannes fac totum”) non sia attestata sino al 1618.
For English readers, an English abstract is available in the text, as well as the Authors' translation into English of the cited letter of reference on September 28, 1585.
I Florio e Shakespeare
Scritto da Massimo Oro Nobili
Lunedì 03 Giugno 2019 17:54
Si tratta della relazione predisposta da Saul Gerevini, Corrado Panzieri e Massimo Oro Nobili sullo stato degli studi concernenti i Florio e Shakespeare, per l’occasione del Secondo dei dibattiti sui Florio (14/02/2019), organizzati da Stefano Reali. Il dibattito si è svolto nella sala del teatro Lo Spazio in Roma, prima della rappresentazione serale della pièce teatrale “La Volpe e il Leone”, ove sono protagonisti assoluti (insieme con Miguel de Cervantes) Michelangelo Florio e il figlio John Florio (due grandi, e poco conosciuti, letterati e lessicografi), i quali raccontando la storia della loro vita, finiscono per affrontare la dibattuta questione della paternità delle opere di Shakespeare. Il dibattito, ampio ed articolato, è stato sapientemente introdotto e moderato da Stefano Reali, in un clima di pacata serenità e rispetto di tutte le idee diversamente e liberamente argomentate, davanti a un pubblico che ha dimostrato grande interesse e partecipazione. Al dibattito hanno preso parte alcuni cultori degli studi sui Florio (Saul Gerevini, Massimo Oro Nobili e Davide Gucci, a sostegno della “tesi Floriana”, relativamente all’attribuzione delle opere shakespeariane); inoltre, un’anglista di chiara fama ha onorato il dibattito con la sua presenza (la Prof.ssa Daniela Guardamagna, a fermo sostegno della tesi “ortodossa”, relativamente all’attribuzione delle opere stesse); infine, Elvira Siringo ha illustrato alcune interessanti, personali tesi circa i Sonetti di Shakespeare. I dibattiti sui Florio, organizzati da Stefano Reali (e collegati alla sempre più rielaborata e avvincente sua pièce teatrale, e con l’interpretazione di grandi attori!), sono ormai divenuti un importante e periodico appuntamento per una riflessione su tali importanti e sconosciuti letterati; non resta che auspicare un prossimo, terzo, di questi utili dibattiti!
Shakespeare&Florio: friendship with Giordano Bruno
Scritto da Marianna Iannaccone
Giovedì 11 Aprile 2019 00:00
In this video Marianna Iannaccone explains the relationship between Giordano Bruno and William Shakespeare, analysing Bruno’s life and works he published at the French Embassy in London between 1583 and 1585, Shakespeare's work 'Hamlet', and the cryptic, intriguing poem he published in 1601, one year after Bruno’s death: “The Turtle and The Phoenix”. After many years in which Bruno’s name has sadly disappeared in Shakespeare critics books, it’s time to acknowledge his importance for Shakespeare’s works and life. Ultimately, John Florio, friend of both Giordano Bruno and William Shakespeare, is the name that links the English writer with the Italian philosopher, and the key that gave William Shakespeare the access to Giordano Bruno’s works.
I sicomori
Scritto da Davide Gucci
Giovedì 21 Marzo 2019 00:59
In questo articolo Davide Gucci, rispondendo a certi studiosi che obiettano l'esistenza di sicomori a Verona, come suggerito invece nel Romeo e Giulietta di Shakespeare, ricostruisce un percorso storico e botanico che, contrariamente a chi sostiene l'opposto, certifica l'esistenza di sicomori a Verona come indicato da Shakespeare.
Ancora una volta il tentativo di dimostrare la poca competenza che Shakespeare aveva dell'Italia si è vanificata in presenza di dati certi e documentati in maniera opportuna.