Vittoria Colonna e Amleto |
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Massimo Oro Nobili indaga, in questo studio, su una sublime immagine della più grande poetessa del Rinascimento italiano, Vittoria Colonna, contenuta nella lettera, dalla medesima inviata, il 20 settembre 1524, al suo amico Baldassarre Castiglione, dopo aver letto una prima “bozza” della celeberrima opera il “Cortegiano”. La poetessa si congratula col Castiglione e afferma che, per descrivere le qualità morali del perfetto uomo di corte, Castiglione ha descritto le proprie, autobiografiche interiori qualità morali, “con…tenere uno specchio denanzi, et considerare le interne… parti sue”. L’identica, sublime immagine, tradotta letteralmente in lingua inglese, è descritta con riguardo a una delle scene shakespeariane più drammatiche, quando Amleto (Atto III, scena iv, 18-19) dice alla madre: “Io vi metto dinnanzi uno specchio in cui voi potete vedere la interna parte di voi”.
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Shakespeare e Soglio |
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Nei testi di Shakespeare, e precisamente nel sonetto 33 del canzoniere scespiriano, c'è un insospettabile riferimento alla città di Soglio.
Soglio è un piccolo paesino incastonato nelle alpi svizzere, in Val Bregaglia, dove John Florio e suo padre Michelangelo hanno vissuto in esilio per anni.
Da questo paesino è possibile ammirare il fenomeno descritto all'inizio del sonetto 33.
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L’“alidilà” (“The undiscovered country”) nel monologo di Amleto e John Florio - Note minime |
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Massimo Oro Nobili indaga sul celeberrimo terzo soliloquio di Amleto (1600-1601) e, in particolare, sulla definizione dell’“aldilà”, resa mediante uno straordinario imagery, una strabiliante metafora, che richiama la terminologia propria dei “viaggiatori trans-oceanici” (“travellers”) in una terra inesplorata (“The undiscovered country”); un’eccezionale metafora che reca l’impronta indelebile e inconfondibile di John Florio, che già nel 1580, aveva pubblicato la traduzione (dall’italiano in inglese) delle imprese dell’esploratore Jacques Cartier, in un volume, il cui titolo terminava proprio con le parole “Travellers, and Discoverers”.
The undiscovered country (500.4 kB) |
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John Florio, lo “small Latin” di Shakespeare e il “First Folio” |
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Saul Gerevini e Massimo Oro Nobili indagano, in questo studio, sul problema della “scolarizzazione” di William Shakespeare, ponendo in collegamento una scenetta di uno scolaro diligente, di nome William, che apprende le prime nozioni di latino (in “Merry Wives”) e l'affermazione di Ben Jonson (1623) circa lo “small Latin” di William Shakespeare. L?analisi del First Folio (alla luce degli studi di Saul Frampton del 2013) suggerisce agli Autori di proporre un nuovo approccio sull?argomento.
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Marc Goldschmit, John Florio sous le masque de Shake-speare (2016) - Recensione |
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Massimo Oro Nobili, dedica qui una breve recensione all'importante studio del Prof. Marc Goldschmit (Professeur agrégé de philosophie), John Florio sous le masque de Shake-speare (2016) [John Florio sotto la maschera di Shake-speare]; uno studio che mantiene tutta la sua originalità e attualità, anche a distanza di oltre quattro anni dalla sua pubblicazione. In tale recensione (che è anche l'occasione per svolgere ulteriori brevi riflessioni sul tema) si dà brevemente conto, partitamente, del contenuto dei cinque paragrafi che compongono lo studio medesimo.
John Florio sous le masque de Shake-speare (978.14 kB) |
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