Giovedì 21 Novembre 2024
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Love's Labour's Lost PDF  | Stampa |

Giulia Harding is back again with her new article "Giordano Bruno and Shakespeare: Love's Labour's Lost"

Love's Labour's Lost (81.22 kB)

 
Shakespeare e Marlowe: chi era il mascalzone? PDF  | Stampa |

 

In "Shakespeare accaparratore", un articolo pubblicato qualche settimana fa su questo sito, facevamo presente che in Inghilterra lo studio di una ricercatrice universitaria sulla vita di Shakespeare aveva messo in luce aspetti del drammaturgo che sembravano sorprendere. Lo stupore deriva dal fatto che universalmente Shakespeare è conosciuto come poeta sommo ed illustre e quindi le considerazioni della ricercatrice spiazzavano i lettori non abituati a vederlo anche come un essere umano che, come tale, può trovarsi a vivere vicende puramente "umane".

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Shakespeare accaparratore? PDF  | Stampa |

In un articolo pubblicato di recente da Repubblica dal titolo "Shakespeare accaparratore, evasore fiscale e spregiudicato affarista?", si sottolineano aspetti e tratti caratteriali della vita reale del Bardo che sembrano stupire il giornalista. Infatti egli scrive: "dietro l'acuto indagatore dell'animo umano, dietro l'immenso poeta, si sarebbe celato un uomo di grande avidità, protagonista di una vicenda personale decisamente meschina, qualcosa di molto simile a uno dei suoi più oscuri personaggi, Shylock, il Mercante di Venezia." Questo stupore nasce dal fatto che Shakespeare nei suoi testi critica fortemente gli esseri umani che hanno un approccio così meschino alla vita: si veda appunto Shylock. Ritrovare poi che lui, nella sua vita privata, era peggio di Shylock stupisce al punto che nell'articolo si dichiara: "William Shakespeare, un nome, l'orgoglio di una nazione, un patrimonio della cultura occidentale, la centenaria ammirazione del mondo intero.


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Una rimediabile “lacuna” negli studi del “carteggio” aretiniano PDF  | Stampa |

Massimo Oro Nobili - fortuitamente immersosi negli studi aretiniani  nell’ambito dei propri studi su John Florio (grandissimo conoscitore delle opere di Aretino) - segnala “costruttivamente” all’attenzione degli  Onorevoli Membri del Comitato Scientifico della prestigiosa “Edizione Nazionale delle Opere di  Pietro Aretino”, una rimediabile “lacuna” da lui rilevata, nell’ambito degli studi aretiniani, riguardante il fondamentale “carteggio” aretiniano (ben otto lettere!) relativo alla “presunta” morte per avvelenamento, per via auricolare, del Duca d’Urbino Francesco Maria I della Rovere (dedicatario del Primo libro delle Lettere e “personaggio chiave” dell’intero “corpus” del “carteggio” aretiniano); Nobili considera, in particolare, tre edizioni “critiche” (due pubblicate nel 1998 e una nel 2000) della fondamentale lettera di Aretino a Luigi Gonzaga, con data 21 agosto 1538 (ove non è fatto alcun riferimento al presunto avvelenamento, per via auricolare, del Duca, senza la cui conoscenza, la lettera medesima è, del tutto, incomprensibile), e si “appella” fiducioso a tali Onorevoli Membri, perché pongano rimedio a tale “lacuna”, mediante un breve studio o articolo ex professo”  su tale vicenda (indagata più di un secolo fa da Elisa Viani, nel 1902, ma da correlarsi, ora, specificamente al “carteggio” aretiniano), a cura  di studioso di Loro fiducia e, da Loro medesimi, destinato alla pubblicazione su una rivista a carattere letterario

Una rimediabile lacuna (1.11 MB)

 
Il “dittico” “Il Sacrificio-Gl’Ingannati” (Accademia degli Intronati) come fonte della trama di “Love’s Labour’s Lost”: John Florio come “ghost-writer”. PDF  | Stampa |

Massimo Oro Nobili riferisce la tesi proposta dalla valente studiosa australiana, esperta di cose senesi, Prof. Nerida Everard Newbigin (1979), secondo cui il “dittico” “Il Sacrificio - Gl'Ingannati” dell'Accademia degli Intronati di Siena, è la fonte della trama di “Love's Labour's Lost” di Shakespeare; tesi confermata anche dalla Prof. Marzia Pieri (2009). In queste note, Nobili cerca di addurre ulteriori elementi a sostegno della predetta tesi, sostenendo la “tesi Floriana” (1955), secondo cui fu John Florio il “ghost-writer” delle opere shakespeariane; John Florio certifica, infatti, nel dizionario del 1611, di aver letto il “Sacrificio” degli Intronati (pubblicato, sino a quell'anno, come dittico “Il Sacrificio-Gl'Ingannati"). Infine, è John Florio, il “cultore delle lingue”, per antonomasia (nella Londra dell'epoca), a celebrare “a great feast of languages” (“un gran banchetto, una gran festa delle lingue”), proprio come si legge in Love's Labour's Lost ! “William di Stratford sta emergendo come il prestanome di John Florio” (Prof. Laura Orsi, 2017).

Il Sacrificio-Gl’Ingannati (1.08 MB)

 
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