The genesis of John Florio’s first dictionary (1598): ideas for a research |
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Massimo Oro Nobili, on the basis of the studies by Frances Yates (1934) and by Prof. Lamberto Tassinari (2008), points out that: on the one hand, (i) in the address “To the Reader” of his first dictionary (1598), John Florio emphasizes the fundamental importance of his father Michelangelo’s monolingual manuscript Italian dictionary, on the genesis of his own bilingual Italian-English dictionary; on the other hand, (ii) in the “Epistle Dedicatorie” of the same bilingual dictionary, John clearly and openly claims his own exclusive merits in the translation of Italian words into English. It was practically impossible for John to create his first grandiose bilingual vocabulary by himself, without the basis of an extended Italian monolingual dictionary! It is a very important, documented “modus operandi”: the paternal “materials” are reworked and translated into English by John! It is a“modus operandi”that, in accordance with “the Floriana thesis” by Santi Paladino, will be replicated also in Second Fruits and still in the plays that will be attributed to William of Stratford.
The genesis of John Florio's first dictionary (278.83 kB) |
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La genesi del primo dizionario di John Florio (1598): spunti per una ricerca |
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Massimo Oro Nobili, sulla base degli studi di Frances Yates (1934) e del Prof. Lamberto Tassinari (2008), sottolinea come: da un lato, (i) nell’indirizzo “To the Reader” del suo primo dizionario (1598), John Florio enfatizza la fondamentale importanza del manoscritto monolingue dizionario italiano del padre di Michelangelo, sulla genesi del proprio dizionario bilingueitaliano-inglese; d’altro lato, (ii) nell’“Epistle Dedicatorie” dello stesso suo dizionario bilingue, John rivendica, in modo chiaro e netto, i propri esclusivi meriti nella fase della traduzione dei vocaboli italiani in inglese.Era praticamente impossibile per John creare da solo il suo primo grandioso vocabolario bilingue, senza la base di un esteso dizionario monolingue italiano! Si tratta di un documentato “modus operandi”: i “materiali” paterni sono rielaborati e tradotti in inglese da John! Si tratta diun “modus operandi” che, giusta “la tesi floriana” di Santi Paladino, sarà replicato anche nei Second Fruits e ancora nelle opere teatrali che saranno attribuite a William di Stratford.
La genesi del dizionario di John Florio del 1598 (612.03 kB) |
Michelangelo Florio’s incarceration and Hamlet’s Danish “prison”: ideas for a study |
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"Massimo Oro Nobili outlines some ideas for a research, which correlates the situation of Michelangelo to that of Hamlet: 1) Michelangelo Florio’s incarceration in Tor di Nona, in Rome (with the torments and anguishes of a person accused of heresy, also due to the length of the Inquisition trial, to the delay of justice, which Hamlet also complains about, in his monologue, when he complains about “law’s delay”); 2) and Hamlet’s Danish “prison” (the Dramatist defines Denmark, where the action of drama takes place, not as an abstract entity, but as a real “prison”, architecturally structured in “many confines, wards, and dungeons”).
Michelangelo Florio's incarceration (278.46 kB) |
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Il Decameron di Boccaccio e Romeo e Giulietta di Shakespeare |
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Massimo Oro Nobili prende spunto dal Decameron di Boccaccio - [opera, di cui la prima intera traduzione in inglese, in forma anonima (1620), è ascrivibile, secondo attribuzioni più volte confermate, a John Florio e che compare fra i libri da lui già letti per il suo primo dizionario del 1598] - e in particolare dalla 4^ novella della 5^ giornata, concernente l’amore fra Caterina e Ricciardo (la “novella dell’usignolo”); l’A. esamina tale novella comica, ritenuta -sulla base di pregressi studi [di Franco Ricordi (2011) e di Laura Orsi (2016)]- ulteriore fonte (accanto alle fonti tradizionali) di Romeo e Giulietta, sottolineandone i parallelismi (e le differenze) rispetto alla tragica vicenda ambientata a Verona.
At the beginning of the study, an abstract is also available in English language.
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La carcerazione di Michelangelo Florio e la “prigione” danese di Amleto: spunti per una ricerca |
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"Massimo Oro Nobili tratteggia alcuni spunti per una ricerca, che correli la situazione di Michelangelo e quella di Amleto: 1) la carcerazione di Michelangelo Florio in Tor di Nona, in Roma (coi tormenti e le angosce di un inquisito, dovuti anche alla lentezza del processo dell’Inquisizione, a quel ritardo della giustizia, di cui si lamenta anche Amleto, nel suo monologo, quando si duole del “law’s delay”); 2) e la “prigione” danese di Amleto (il Drammaturgo definisce la Danimarca, ove si svolge l’azione del dramma, non come un’entità astratta, ma come una vera “prigione”, architettonicamente strutturata in “molte celle, bracci e prigioni sotterranee”).
La carcerazione di Michelangelo Florio e Amleto (540.73 kB) |
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